Atti del Convegno XV

Prefazione

Strano anno, questo 2001.

Stavamo per varare in Italia una riforma storica, con una rivoluzione sociale, concettuale e pedagogica di grande novità. Si erano chiamati a raccolta nomi illustri del mondo accademico, per l'elaborazione di nuovi programmi. Si era avviata una discussione nazionale di grande impegno e notevole ricaduta culturale. L'U.M.I., insieme ad altri esponenti del pensiero matematico impegnati in questo delicato settore, aveva dato un contributo notevole e, ovviamente, di grande prestigio, per ripensare ai programmi di Matematica.

La prima bomba: quei programmi, così significativi, così equilibrati, così pieni di attenzioni didattiche, desunte proprio (finalmente!) dai risultati della ricerca, vennero disattesi al momento in cui uscirono dagli uffici di viale Trastevere i testi definitivi. Nessuno di noi ci si riconobbe più. Il colpo di mano, francamente deludente, di qualcuno, aveva riconsegnato all'Italia un curricolo di Matematica piuttosto lacunoso e mediocre, pieno di stereotipi.

La seconda bomba: la riforma, tanto studiata, tanto invocata, fu bloccata, dapprima, e annullata, poi.

Strano anno, questo 2001, per una nazione tra le più avanzate del mondo, forse quella che in assoluto vanta il patrimonio culturale più prestigioso del pianeta: essere fermi, nel progetto scolastico, agli anni '80, con il curricolo più vecchio d'Europa e assai più vecchio di molti di quelli delle altre nazioni degli altri continenti.

Chi sta leggendo pazientemente queste righe sa bene che noi prepariamo il nostro Convegno un anno per l'altro, vista l'enorme mole di lavoro che ciò comporta. L'entusiasmo dei cambiamenti radicali in vista a breve margine di tempo ci aveva spinto a pensare ad un Convegno sul rinnovamento curricolare; ma la nuova realtà, il nuovo modello istituzionale e politico ci porta invece a parlare di ipotesi. Oh, certo: la discussione non fa mai male e l'analisi critica anche ipotetica è l'avanguardia dei cambiamenti. Ma quando? E come essi avverranno? Saranno imposti, saranno discussi? Saranno il risultato di uno studio o di una decisione politica?

Crediamo sia giunto il momento di ripensare alla scuola, alla formazione, non solo culturale; e, convinti come siamo che la matematica abbia in tutto ciò un ruolo di eccezionale importanza, crediamo pure che sia giunto il momento di ripensarla daccapo, la matematica in aula, forti dei risultati di ricerca, perché dia a tutti i futuri cittadini un segnale forte, di presenza attiva e significativa.

Bruno D'Amore